Un denominatore comune a molte patologie quali:
1 Cefalee
2 Rigidità,contratture,blocchi vertebrali
3 Scoliosi ed atteggiamenti scoliotici (iperlordosi lombare, ipercifosi, spondilolistesi)
4 Rumori articolari
5 Crampi
6 Gambe corte funzionali (in cui non vi è raccorciamento anatomico dell'osso)
7 Sindrome Femoro - Patellare
8 Vertigini
9 Cervicalgie, dorsalgie, lombo-sciatalgie e lombo - cruralgie, ecc..
10 Artrosi
11 Protusioni ed Ernie del Disco intervertebrale
12 Deviazioni degli assi scheletrici (alluce valgo, metatarso varo, ginocchia valghe (ad x) e vare ( a virgola) ecc...
13 Malocclusioni dentarie
14 Altre patologie ancora
La Medicina attuale è ammalata ed anche nell’ambito delle cosiddette ”Medicine Complementari” si continuano a compiere sempre gli stessi errori: per un dolore si prescrive l’antidolorifico, per una infiammazione l’antinfiammatorio, per una contrattura il miorilassante. E’ la medicina degli – anti insomma! Ed è proprio in questo panorama che si inserisce la Posturologia, che possiamo definire come una branca trasversale della medicina, attraverso la quale è possibile studiare il sistema dell’equilibrio (Sistema Tonico Posturale fine) in ogni minimo dettaglio. Essa infatti si occupa di ricercare le cause che hanno provocato l’insorgenza di una patologia a carico dell’apparato locomotore (Muscolo scheletrico), consentendo di mettere in atto una terapia volta alle cause e non più ai sintomi.
E’ la posizione assunta dal nostro corpo nelle tre dimensioni dello spazio e dei diversi segmenti muscolo – scheletrici tra loro ed in relazione allo spazio – tempo
che li circonda, mantenuta dall’attività riflessa dei muscoli Tonici e Tonico – Fasici in relazione alla forza di gravità e a
meccanismi Psico - emozionali e comportamentali.
II Sistema Tonico Posturale fine, che interviene prima, durante e dopo il movimento, guidandolo, rinforzandolo e servendogli da contrappoggio. I nostri movimenti infatti sono, per così dire, codificati (Engrammati) nella corteccia prefrontale e sono differenti da individuo ad individuo.
Perché per anni ci si è basati su un’idea falsa e cioè che l’equilibrio dipendesse interamente dall’orecchio interno.
Recenti studi di Neuroscienze hanno dimostrato invece che l’equilibrio dipende da altri recettori i più importanti dei quali sono rappresentati dai:Piedi, Occhi e Pelle. L’orecchio interno non è in grado di comunicarci se siamo in piedi seduti o sdraiati, non è in grado di informarci sulla velocità di un movimento quando il movimento è costante (esempio del treno in movimento). L’orecchio interno è un accelerometro, avendo il compito di registrare le accelerazioni e decelerazioni angolari e lineari. Quindi esso interviene in dinamica e non in statica pura venendo stimolato dal movimento degli otoliti. L’orecchio interno ha un’importante funzione, che è quella di coniugare i movimenti di occhi, collo e spalle e di mantenere fissa un’immagine in visione foveale, attraverso un collegamento che si stabilisce tra le vie della oculocefalogiria che collegano per l’appunto i muscoli estrinseci oculari con quelli del collo e delle spalle. Se non ci fosse una struttura così sofisticata cadremmo a terra per l’insorgere costantemente di abnormi vertigini!
Il Sistema Tonico Posturale è il sistema che rielabora a livello dei centri nervosi sottocorticali e corticali, e in maniera automatica, involontaria e riflessa, le informazioni provenienti da numerosi recettori.
lotta contro la gravità e mantiene la stazione eretta; Interviene nel movimento, prima, durante e dopo, guidandolo,rinforzandolo e servendogli da contrappoggio; Mantiene l'equilibrio dell'uomo nei tre piani dello spazio; Permette l'esecuzione dei movimenti fini ed intenzionali (volontari)
I referenti del S.T.P. si possono raggruppare in: Esterocettori:ci posizionano in rapporto a ciò che ci circonda, tatto, vista, udito e olfatto Propriocettori:posizionano le parti del nostro corpo in rapporto al nostro posizionarci in ogni dato momento Centri superiori:integrano i selettori di strategia, i processi cognitivi e trattano i dati che provengono sia dagli esterocettori che dai propriocettori.
PIEDE ed OCCHIO: costituiscono le entrate primarie del sistema; ogni perturbazione dell'appoggio podalico al suolo o della convergenza oculare, avrà delle ripercussioni sull'insieme del S.T.P. Gli squilibri di questi recettori sono molto frequenti e restano, nella maggior parte dei casi, non diagnosticati, perché non se ne conosce l’importanza reale.
DENTI:L’apparato stomatognatico (masticatorio) formato dal mascellare superiore, mandibola, muscoli masticatori,denti, innervazione trigeminale e vascolarizzazione, costituisce un elemento di perturbazione del S.T.P., attraverso le interferenze riflesse del Trigemino (V paio dei nervi cranici) con i nuclei del III (Oculomotore), IV (Trocleare), VI (Abducente) ed XI (Accessorio Spinale) paio dei nervi cranici.Gli squilibri dell'occlusione dentale quindi, possono essere responsabili di cervicalgie, cefalee, vertigini, acufeni (rumori soggettivi nelle orecchie),dolori durante la notte o al risveglio mattutino.
PELLE:Alcune cicatrici (definite patologiche) possono trasmettere al S.T.P. delle informazioni aberranti. Quelle laterali possono causare rotazioni del bacino e delle vertebre lombari, quelle mediane anteriori una proiezione del centro di massa in avanti.
ORECCHIO INTERNO:Non agisce sulla postura ortostatica ma ha il compito di coniugare i movimenti di occhi, collo e spalle, e di mantenere fissa l'immagine osservata in visione foveale, quindi di registrare le accelerazioni e le decelerazioni angolari e lineari.
Il Sistema Tonico Posturale si può paragonare ad un sistema di tipo cibernetico che si auto-adatta e si autoregola, capace di funzionare da solo nel suo squilibrio, ma incapace di correggersi da solo.
E' un dato di fatto che il 90% della popolazione presenta uno squilibrio posturale. Riprogrammare la postura è allora necessario non per trattare da un punto di vista sintomatico i dolori o le patologie ad essi correlati, quanto per correggere le informazioni che i recettori inviano a livello dei centri nervosi. Nel caso dell'artrosi il dolore che spesso ad essa si accompagna, non è provocato dalla malattia, ma è dovuto alle tensioni muscolari anomale e agli squilibri posturali che fanno da substrato. Infatti molti individui, pur soffrendo di artrosi, non hanno affatto alcun dolore!! Curare l'artrosi non significa quindi curarne il dolore, in quanto dolore e artrosi condividono la stessa origine, curare le cause delle sollecitazioni meccaniche dell'apparato locomotore.
Quando compare uno squilibrio posturale, si generano delle sollecitazioni meccaniche anomale che si scaricano sull’apparato locomotore a differenti livelli: muscoli, tendini,articolazioni,legamenti, aponeurosi, ecc.. e tutto ciò andrà a sua volta a determinare delle tensioni anomale a carico delle articolazioni vertebrali posteriori, rappresentate da forze in impatto: urto, taglio, sforbiciamento, disabitazione, imbricazione, compressione ecc.. ben visibili in una Radiografia Obliqua (a 45°) e sollecitazioni abnormi a carico di differenti segmenti ossei. Tutto questo cosa dimostra? La comparsa a distanza di tempo di dolori, contratture muscolari, rigidità, blocchi vertebrali a vari livelli che favoriscono il deposito d’artrosi. Tali blocchi nel 90% dei casi sono funzionali, ossia legati ad un problema posturale, rimanendo soltanto nel 10% di origine Traumatica. Non serve a nulla quindi trattare da un punto di vista sintomatico tali dolori, ma bisogna trattare le cause delle sollecitazioni meccaniche dell’apparato locomotore. Tali tensioni anomale danno luogo a tutta una serie di patologie denominate:“Pathologie de contraintes “. Alcuni esempi sono rapprentati dai: piedi piatti, piedi vari, piedi a doppia componente, scoliosi ecc.. Il campo d'azione della Posturologia è ancora più esteso e come complementare delle terapie classiche in diverse altre patologie,quali:cefalee, vertigini, sindromi neuro–algo-distrofiche, sindromi neurologiche(Parkinson, sclerosi a placche, piede neurologico), e può inoltre essere utilizzata per migliorare le prestazioni sportive . E' compito del Posturologo quindi mettere in atto un trattamento eziologico per riprogrammare il Sistema Tonico Posturale a partire dai suoi recettori in squilibrio, poichè gli squilibri posturali compaiono nel momento in cui uno o più recettori non inviano informazioni corrette a livello dei centri nervosi.
In caso di blocchi funzionali(quelli di gran lunga più frequenti),la Posturologia spiega la natura del blocco, mentre con la Riprogrammazione Posturale Globale (R.P.G.), si può intervenire con manipolazioni dolci, evitando insuccessi e recidive. Nei casi di blocchi traumatici, o di blocchi di vecchia data, la R.P.G. avrà tre effetti principali: Evidenzierà soltanto i blocchi primari, o quelli che necessitano di una manipolazione dell'azione manipolativa diminuendo il blocco muscolare e le recidive, fisserà i risultati con l'equilibrio muscolare da essa indotto. In tutti i casi la medicina manuale accelererà i risultati della riprogrammazione posturale, quando questa è in grado di intervenire. Può infine completare l'azione dell'R.P.G. nel correggere problemi cronici, in particolare in casi di scoliosi o dismorfismi cranico-facciali pre – per e post- ortodonzia.
La RPG è un metodo per eliminare i dolori meccanici causati da una postura scorretta. RPG si occupa di ricercare e correggere le cause del dolore meccanico, non più di lavorare sui sintomi. RPG utilizza un metodo di correzione prolungato, dolce e a dimora RPG può essere eseguita dal giovane, adulto, anziano e dallo sportivo: non ci sono controindicazioni: l’unica controindicazione è di non seguirla bene e con responsabilità La RPG si avvale della collaborazione di altre figure specialistiche, quali: l’Oculista, l’Odontoiatra, l’Ortottista, l’Ortopedico, il Fisiatra, il Neurologo, l’Omeopata ed Omotossicologo, il Terapista della Riabilitazione ed il Fisioterapista,l’Insegnante ISEF,il laureato in Scienze motorie; ecc.... La cura del terreno attraverso l’omeopatia ed Omotossicologia, la medicina naturale, l’Auricoloterapia, l’agopuntura, le Manipolazioni, la Fitoterapia, il Kinesio–Taping, sono tutte terapie coadiuvanti, utili per potenziare l’effetto della RPG.
Nella ricerca delle possibili cause generatrici di dolori e squilibri posturali, si è evidenziato che l’apparato masticatorio, può essere fonte sia di squilibri posturali che biochimici generando dolori vertebrali, viscerali ed articolari. Gli odontoiatri che sono edotti sulla correlazione tra malocclusione e postura scorretta ed alla correlazione tra denti, visceri, muscoli,meridiani di Agopuntura, sono sempre più numerosi, ma pur sempre pochi! A volte le cause di un insuccesso della R.P.G. risiedono proprio nei denti o nell’articolazione Temporo–Mandibolare (ATM). Senza pretesa alcuna di essere esaustivi ma semplicemente informativi, elenco alcune delle possibili cause di dolori articolari e squilibri posturali generati dai denti: Squilibri occlusali Iatrogeni(Ponti, capsule, dentiere), precontatti non funzionanti dentari reattogeni(Granulomi, cisti apicali, ascessi, denti inclusi, fuoriuscita di materiale d’otturazione, ecc) Morso coperto(dimensione verticale ridotta) in seguito ad avulsione dentariacranio–mandibolariClasse occlusale (Prognatismo) Deglutizione atipica(intossicazione da metalli pesanti) Microgalvanismi (catenine,anelli, orecchini, ecc) L’apparato masticatorio quindi può essere un elemento di disturbo alla RPG. I mezzi di indagine a nostra disposizione per scoprire un’eventuale partecipazione dell’apparato masticatorio sono i seguenti: 1.L’Anamnesi test Kinesiologici Radiologici (Panoramica dentaria, Radiografia retroalveolare a carico del dente sospetto se necessario) l’osservazione ed i segni Fisionomici posturale e la valutazione tridimensionale 2.La pedana Baropodometrica e Stabilometrica Elettronica Computerizzata. Dopo avere individuato se esiste lo squilibrio posturale, l’invio del paziente da parte del Medico Posturologo all’odontoiatra sarà fondamentale e la collaborazione con il Posturologo importantissima. Io e gli altri colleghi, abbiamo sentito la necessità di apprendere una parte delle conoscenze sulla corretta occlusione per potere depistare con professionalità i nostri pazienti all’odontoiatra, senza avere la presunzione di improvvisarci tali,ma al contrario, promuovendo una forte sinergia terapeutica. L’attività del Posturologo quindi, avrebbe una funzione di tessuto connettivo tra le altre figure professionali. Dentista, Ortopedico, Fisiatra, Oculista, Ortottista, Fisioterapista, Terapista della Riabilitazione, Insegnante Isef, Laureato in Scienze Motorie,ecc.. Penso che si dovrebbe smettere di pensare che le ernie discali siano una fatalità e che la causa risieda soltanto nel disco o nella vertebra, dimenticando che vertebra e disco fanno parte invece di una colonna vertebrale che ha una postura intimamente legata ai piedi, occhi, denti, visceri, alle emozioni, quindi alla totalità della persona (Olismo), così come l’odontoiatra non deve occuparsi del dente in sé, poiché lo stato della bocca di un individuo, rispecchia la sua vita nella globalità e quindi il suo stato di salute! La calibrazione posturale, per essere più duratura e precisa, deve essere eseguita dopo aver riprogrammato la postura nella sua tridimensionalità, aver attenuato o risolto eventuali dolori, aver controllato piedi, occhi, pelle, denti, eventuali blocchi vertebrali e craniali, curato il terreno Omeopatico, preso in considerazione il contesto Socio – Economico in cui vive il paziente. Nel caso in cui il disturbo occlusale sia di origine Iatrogena (Corona troppo alta, Focolaio reattogeno, ecc), l’intervento dell’odontoiatra sarà contemporaneo e prioritario al trattamento di medicina manuale (Manipolazioni), nel caso contrario l’invio al dentista si farà dopo due mesi circa, dopo avere riprogrammato la postura ed aver corretto i vari blocchi.
Sicuramente questa decisione spetta al dentista per le sue competenze. Ricordo in questa sede che comunque tirare sui denti significa influire sul sistema recettoriale di tutto il corpo, quindi personalmente consiglio alcune precauzioni nel caso in cui l’ortodonzia dovesse essere eseguita su un bambino con una ereditarietà scoliotica alle spalle o con un atteggiamento scoliotico o con una scoliosi già strutturata. Innanzitutto un esame posturale, uno studio radiografico e fotografico prima di iniziare il lavoro ortodontico. Secondariamente proteggere il sistema posturale riprogrammando il bambino con tutte le correlazioni recettoriali, eventuale ginnastica posturale di tipo correttivo e soltanto allora iniziare in collaborazione con il dentista esperto in postura, il lavoro ortodontico. Durante l’ortodonzia, un costante monitoraggio clinico ed eventuali Radiografie, saranno a tutela della salute del bambino e dissiperanno qualunque discussione a posteriori. Mi rendo conto che ciò che si propone è difficile, come se dovessimo percorrere una strada di montagna in salita e piena di tornanti: ma vi garantisco che il panorama che si vedrà salendo meriterà la fatica. N.B. Riflessione: L’ospedale di Lyone, in collaborazione con il Dott. De Mauroy, ha preso in esame 2000 bambini con scoliosi strutturata: il 60% aveva avuto, o aveva appena portato un apparecchio ortodontico fisso!
Nello studio della postura, uno strumento molto importante è rappresentato dall’esame B.P.E. (Baropodometrico Elettronico computerizzato e dall’esame Fotografico nei 3 piani dello spazio. L’esame B.P.E. viene ulteriormente suddiviso in: Statico,Dinamico.
consente di valutare la distribuzione dei carichi corporei su entrambi i piedi in posizione ortostatica (in piedi), ossia quanti chilogrammi carichiamo sul piede destro, sul sinistro ed inoltre la ripartizione dei carichi,se avviene maggiormente sul retropiede (Tallone) o sull’avampiede (Punta). Altri parametri calcolati sono la superficie totale di ciascun piede, consentendo quindi di valutare una differente forma dei piedi (piatti, vari, cavi).Inoltre possiamo vedere la posizione del Punto M, ossia del punto di massimo carico. Perché è importante la Baropodometria Statica? Secondo la legge di Delpeche, durante la crescita corporea, ogni aumento di pressione su un arto ne determinerà un rallentamento e , nella peggiore delle ipotesi un arresto, quindi nel vostro bambino, se esiste un ipercarico ad esempio sul piede destro, l’arto inferiore destro verrà rallentato nell’allungamento con la comparsa di una gamba apparentemente corta ,ossia falsa, perché il raccorciamento dell’arto inferiore non sarà legato ad un raccorciamento anatomico dell’osso bensì ad un disequilibrio posturale dovuto ad un aumento di carico su quell’arto. Dal momento che tale iperpressione determina un rallentamento della crescita, se noi riusciamo a monitorare nell’arco del tempo, diminuendo o pareggiando la distribuzione dei carichi corporei su entrambi i piedi, ne favoriremo l’allungamento armonico. Se riflettiamo un pò, non è quello che accade nei bambini scoliotici? Infatti se andiamo ad analizzare le vertebre coinvolte vedremo la caratteristica forma a cuneo, con un lato più alto e l’altro più basso. Infatti dal lato più alto non vi è stata iperpressione per cui la vertebra si è potuta accrescere fisiologicamente in altezza, dal lato più basso a cuneo invece, vi è stata una pressione talmente elevata da impedirne l’accrescimento in altezza. Tale principio (molto importante) ovviamente è applicabile a tutti i segmenti scheletrici che subiscono carichi anomali. Con l’esame Baropodometrico Elettronico Statico , inoltre è possibile valutare se il baricentro corporeo risulta essere centrato,anteriorizzato oppure arretrato.E’ possibile valutare una deviazione laterale destra o sinistra.
Durante la stazione eretta a piedi nudi, la ripartizione dei carichi sul piede destro e sinistro deve essere del 60% sul retropiede (Tallone) e del 40% sull’avampiede (Porzione anteriore del piede), in quanto per la forza di gravità il peso del corpo tende ad arretrare. La tolleranza deve essere del +/- 3%. Con le calzature invece, il 55% lo ritroviamo sul retropiede ed il 45% sull’avampiede con una tolleranza che oscilla +/- 4%. La superficie totale per ciascun piede invece deve essere nell’uomo 100 cm2 (valore minimo) 140 cm2 (val. max) ; nella donna 90 cm2 (val. min.) 120 cm2 (val. max.); nell’adolescente 80 cm2 (val. min.) e 120 cm2 (val. max.) ed infine nel bambino 50 cm2 (val. min.) e 80 cm2 (val. max.). Da ricordare che i valori di superficie per ciascun piede,ammettono variazioni del +/- 10% rispetto ai valori su indicati. Inoltre,i centri di pressione di ciascun arto (S e D) ed il baricentro corporeo (C),devono essere allineati ed equidistanti tra loro. Il punto di massima pressione (M), deve essere posizionato sul tallone centralmente. In tal modo,la distribuzione dei peso corporeo su entrambi i piedi e la ripartizione dei carichi sull’avampiede e retropiede sarà armonica e a garanzia di una Postura corretta!
invece, è possibile studiare il modo in cui deambula il paziente, osservando attentamente tutte le fasi che compongono un passo. Infatti secondo lo schema classico la deambulazione normale avviene in 4 fasi: nella 1° si assiste all’appoggio del tallone a terra; nella 2° si ha l’appoggio del mesopiede (porzione media del piede); nella 3° fase si assiste al sollevamento del tallone ed infine nella 4° ed ultima fase si ha lo stacco del piede attraverso la spinta impressa dall’alluce. Secondo gli Autori moderni invece,tale schema differisce dal primo nella 2° e 4° fase Infatti il passo inizia sempre con l’appoggio del tallone con rapido passaggio però sull’avampiede nella 2° fase (porzione anteriore del piede) in quanto entrano in gioco i muscoli della volta plantare che hanno il compito di cavizzare il piede, quindi la fase 2° si differenzia in quanto nel primo schema il piede poggia tutto, nel secondo tacco e punta invece. Segue la 3° fase , ossia lo stacco del tallone dal suolo ed anche la 4° fase si differenzia perché gli autori moderni considerano lo stacco delle dita dei piedi in maniera passiva e non attiva, venendo considerata come fase di decollo del piede. Bene,con la BPE Dinamica è possibile studiare la deambulazione in un soggetto portatore di piedi piatti,cavi ed altre patologie ancora,andando a valutare anche la ripartizione dei carichi corporei su entrambi i piedi,la pressione media e massima esercitata al suolo e la modificazione della superficie. Con una adeguata terapia di Ricalibrazione Posturale Globale (RPG), meglio se intrapresa in fase di crescita staturo–ponderale, è possibile monitorare nel tempo l’evoluzione di un piattismo o di un cavismo,apportando tutte le modifiche necessarie a far si che il bambino possa crescere con una cinetica del passo fisiologica.
La Spinal Mouse,si tratta di un esame non invasivo, in quanto attraverso uno speciale Mouse e senza rischio alcuno di radiazioni ionizzanti, consente di ricostruire la colonna vertebrale in 3 dimensioni, determinando gli angoli e fornendo informazioni mediche in grado di monitorare il paziente e i risultati ottenuti.
La pedana stabilometrica Cyber-Sabots è il dispositivo che ha ottenuto più riconoscimenti dal Comitato Scientifico Internazionale sulla stabilometria. Il Cyber-Sabots riesce ad acquisire in modo contemporaneo ma separato, i dati di pressione e movimento dei vettori forza di ciascun tallone e avampiede.
Questo sistema,riconosciuto come l'evoluzione della classica pedana stabilometrica, è costituito da due piattaforme gemelle, che effettuano una stabilometria perfettamente sovrapponibile,a quella che si ottiene mediante i dispositivi stabilometrici classici. E’ per questo motivo che i dati ottenuti,rispettano i criteri di normalità previsti dalle Norme AFP 85/2000. La possibilità di acquisire separatamente il movimento di ciascun piede e di poter valutare la variazione di distribuzione tra zona metatarsale e quella del tallone, permette di interpretare il ruolo della caviglia e delle anche nel controllo dell’equilibrio del soggetto. La ripartizione del carico latero-laterale e antero-posteriore, viene visualizzata in kg reali, misurati e non calcolati. Questi dati non si possono ottenere con le pedane STABILOMETRICHE semplici.
Questo approccio inedito in postura, ha dato il via alla sperimentazione clinica, mediante nuovi concetti metodi e parametri, per valutare la postura dell’uomo in modo sempre più approfondito e raffinato.Grazie alle pubblicazioni delle principali scuole di postura Europee,Cyber-Sabots sta diventando in questi ultimi anni il sistema di riferimento per tutte le figure professionali, operanti in ambito medico e riabilitativo, che necessitano di uno strumento per oggettivare l’analisi posturale.
Il Profilo Posturale è uno strumento che è stato sviluppato per aiutare il clinico ad interpretare i dati risultanti da un analisi stabilometrica effettuata con il Cyber-Sabots. Fornisce una rappresentazione composita della valutazione posturale del paziente e permette al clinico di identificare quali parametri sono fuori dalla normalità statistica. Il tutto con un rapido sguardo.
Il diagramma delle asimmetrie sono progettati per rilevare l’asimmetria rispetto alla posizione media del centro di pressione. Lo standard di riferimento è ottenuto dal calcolo statistico della posizione media del centro di pressione in una popolazione di controllo. Questa rappresentazione grafica è utile a identificare anomalie di carico derivanti dalle rotazioni. Confronto semplificato del report di analisi con parametri di normalità statistici. Il Profilo Posturale è uno strumento che è stato sviluppato per aiutare il clinico ad interpretare i dati risultanti da un analisi stabilometrica effettuata con i Cyber-Sabots. Fornisce una rappresentazione composita della valutazione posturale del paziente e permette al clinico di identificare quali parametri sono fuori dalla normalità statistica. Il tutto con un rapido sguardo.
La piattaforma basculante proriocettiva detta anche piattaforma instabile di «Bessou» (Vedi fig.sopra), è il risultato di accurati studi per raggiungere le specifiche e requisiti richiesti dalla scuola di Toulouse (mantenere la curvatura radiale e mantenere un arco plantare costante di altezza 60 mm), e trasforma il Cyber-Sabots in una pedana stabilometrica dinamica, in grado di oscillare antero-posteriormente o latero-lateralmente, il tutto senza diminuire l’altissima trasportabilità del sistema.
Il Piede Piatto è una patologia molto diffusa tra i bambini ed in continuo aumento; esso si associa generalmente ad un valgismo del retropiede, ossia ad una deviazione laterale del calcagno.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il Piede Piatto è legato ad una lassità legamentosa eccessiva, essendo le strutture osteo–cartilaginee anatomicamente ben conformate. Esiste tuttavia una certa Familiarità, intesa come la presenza di più consanguinei affetti da Piattismo. I piedi piatti li ritroviamo spesso nei bambini che hanno iniziato tardivamente a deambulare, che non hanno gattonato, e che hanno fatto abbondante uso del girello e del box. Ricordo che il Valgismo ed il Piattismo sono fisiologici fino a quattro anni, quindi non occorre allarmarsi ne ricorrere ad alcuna correzione dei piedi. Da quattro a sette anni in genere si correggono da soli; solo dopo i sette anni se non è avvenuta la correzione, occorrerà intraprendere il trattamento idoneo. L’uomo infatti si è alzato troppo presto in piedi dalla posizione a quattro zampe, e nel fare ciò ne ha pagato le conseguenze. Tali piedi, hanno perduto la sensibilità Esterocettiva (superficiale) e Propriocettiva (profonda), spesso a causa dell’uso di scarpette inadeguate, con rialzi eccessivi. Ricordo , che il Piede di cui stiamo discutendo, è il Piede Piatto Lasso infantile o Piede Piatto Paramorfico (P.P.P), ossia di un piede la cui lassità legamentosa, e la ricchezza in pannicolo adiposo, ha determinato l’appiattimento più o meno totale della volta plantare. La chirurgia dovrebbe essere riservata soltanto alle forme gravi e Dismorfiche di Piattismo oppure ai casi di grave lassità legamentosa giunti a maturità ossea senza che in precedenza sia stato intrapreso alcun tipo di trattamento Kinesiterapico, per ritardi mentali o altre situazioni in cui non sia stato possibile ottenere la collaborazione del paziente o della famiglia. Perché è importante sapere se vostro figlio o vostra figlia ha un piede Piatto? Perché se non diagnosticato e seguito nel tempo, determinerà delle modificazioni Posturali di tipo Adattativo che, in un primo momento saranno reversibili, in seguito si fisseranno.
Infatti la deviazione interna dei piedi negli anni , determinerà anche una rotazione interna degli assi delle gambe e delle cosce (compreso il ginocchio). A monte, il bacino ruoterà in avanti mentre l’osso sacro sporgerà in fuori. Tutto ciò, , si ripercuoterà sulla colonna vertebrale, con un aumento della curva lombare (iperlordosi) e proiezione anteriore dell’addome, un aumento compensatorio della curva dorsale ipercifosi e tendenza ad arretrare il proprio baricentro corporeo, ed un aumento della curva cervicale iperlordosi. Tutte queste modificazioni si accompagneranno ovviamente a dei dolori: caviglie, ginocchio, anca, lombalgie, dorsalgie o cervicalgie, ecc. le quali non rappresentano altro che l’evoluzione nel tempo della Malattia Posturale che è stata determinata inizialmente dai Piedi Piatti. Cosa fare per trattare i Piedi Piatti? Innanzitutto bisognerà valutare l’età del bambino, valutare la sua storia clinica, eventuali Radiografie esibite all’atto della visita (o eventualmente da prescrivere), onde escludere la possibilità di un Dismorfismo , ossia una alterata conformazione ossea per la quale con molta probabilità necessiterà intervento chirurgico. I casi a cui mi riferisco sono i Piedi Piatti Lassi Infantili. Molto importante ai fini del Monitoraggio del Piattismo nel corso degli anni, è l’esecuzione dell’Esame Baropodometrico Elettronico Computerizzato atto a valutare l’entità dell’appianamento
della volta plantare, valutandone la superficie d’appoggio (maggiore, minore o eguale); la ripartizione dei carichi corporei sui due piedi ed i baricentri corporei (oltre ad innumerevoli informazioni che qui non mi soffermo a descrivere). Tale esame risulta di gran lunga migliore ed innovativo rispetto alla Podoscopia (immagine dei piedi riflessa attraverso una lastra di vetro su cui poggiano entrambi, con possibilità di eseguire un Reportage fotografico) e del Podogramma, impronta dei piedi ottenuta su opportuno tampone di inchiostro, in quanto la BPE consente di valutare anche la pressione esercitata in grammi per ogni cm2 della pianta del piede, consentendo anche la valutazione nel tempo delle modificazioni subite dalla volta plantare, come risposta al trattamento intrapreso e che si traducono in una riduzione della superficie d’appoggio dei piedi (cavizzazione). Occorrerà fare una Rieducazione Esterocettiva e Propriocettiva dei piedi, una ginnastica adeguata atta a stimolare la contrazione di determinati muscoli responsabili della cavizzazione del piede Piatto, e se già i problemi di postura si sono verificati, Riprogrammare la Postura in maniera Globale, correggendo anche la posizione errata assunta dal bambino nel sedersi, come ad esempio stare seduto con il piede sotto il bacino. Per imparare a camminare è necessario farlo su un terreno sconnesso, sui prati,in spiaggia: tutte le mamme sanno che per far camminare presto i loro bambini , occorre portarli al mare. Le disfunzioni Recettoriali del piede vengono corrette con l’ausilio di apposite solette di stimolazione plantare. L’utilizzo del piede per afferrare piccoli oggetti, oltre ad aumentare la mobilità del piede, accresce la capacità del piede di sentire ciò che tocca: questa attività stimola ottimamente sia i recettori sia i muscoli e soprattutto permette al sistema nervoso centrale di costruirsi gli schemi di funzionamento relativi ai piedi rendendo il paziente consapevole del problema e partecipe dell’azione.
L'uso diffuso delle scarpe con tacco si è manifestato verso la fine del XVI secolo e
per tutto il 500 si usarono calzature con un'alta suola di legno che impediva ai piedi di sporcarsi con il fango e il sudiciume delle strade. Questo tipo di tacco però alzava contemporaneamente il tallone e la pianta, così il piede restava comunque in piano. La moda dei tacchi probabilmente ha avuto origine in Francia. Polpacci gonfi, caviglie slogate e dita dei piedi doloranti erano così frequenti, che la moda per gli uomini passò nel giro di pochi anni, mentre le donne resistettero una ventina di anni. Purtroppo i tacchi tornarono in voga a causa di Giacomo I e da allora non sono più scomparsi. Ci sono voluti più di venti milioni di anni perché l'uomo evolvesse dalla postura a quattro zampe a quella eretta.I tacchi, un nuovo fattore introdotto solo negli ultimi quattro secoli,non sono adatti alla posizione eretta. Non è una coincidenza che l'osteoartrite sia stata definita il flagello delle donne anglosassoni. Studi condotti su calzature hanno dimostrato che, l'inclinazione prodotta da un tacco di otto centimetri su di una persona di un metro e ottanta è di circa venticinque gradi, se la scarpa è di tipo a zeppa. Un tacco normale della stessa altezza aumenta la pendenza fino a quarantacinque gradi Persino con un tacco di soli due centimetri, la misura media per un paio di scarpe da uomo, l'inclinazione è di dodici gradi.
Ovviamente è impossibile camminare con una tale inclinazione, per cui siamo costretti a una notevole correzione della nostra struttura per restare più o meno diritti. La colonna vertebrale e le articolazioni portanti si deformano e non sorprende che tutte insieme protestino a gran voce provocando i dolori dell'osteoartrite e altri problemi posturali. L'articolazione della caviglia si piega all'indietro verso il tallone, le ginocchia e le anche si flettono e le curve della colonna si accentuano esageratamente. Nei tipi Lordotici, la lordosi lombare si accentua ancora di più, mentre nei tipi Cifotici ,la cifosi dorsale si accentua facendo ingobbire ulteriormente il soggetto.
Portando i tacchi, tutte le articolazioni su cui grava il peso del corpo vengono alterate e quando cambia l'angolatura dell'articolazione, cambiano anche la lunghezza e l'azione dei tendini, dei legamenti, delle capsule e dei muscoli che lavorano su tali articolazioni.
Inoltre viene alterata anche la pressione esercitata sulle ossa e sulle cartilagini che rivestono le ossa delle articolazioni. Le scarpe hanno un duplice scopo: Proteggere il piede e migliorarne l'aspetto. Entrambe queste funzioni si possono realizzare senza l’ausilio dei tacchi. Venendo a mancare il tacco, il peso del corpo non graverà più sulla punta del piede e così le scarpe, squadrata o aperta che sia, saranno molto più confortevoli. Quando si toglie il tacco a una scarpa, si perde parte dell'aderenza al suolo, specie in caso di superfici scivolose o inclinate, ed è quindi consigliabile mettere alla scarpa una suola antiscivolo. Se fossimo stati creati per avere il tallone più alto, la variazione si sarebbe dovuta manifestare nelle ossa e non nelle scarpe. L'evoluzione ha portato l'osso del tallone umano al livello del suolo. Poiché siamo stati tanto sciocchi e presuntuosi da cambiare il disegno della natura mettendoci i tacchi, dobbiamo pagare il prezzo dell'errore con il dolore e la menomazione. Le donne di bassa statura devono capire che i tacchi alti provocano una deformazione delle articolazioni portanti e che l'altezza che guadagnano con il tacco non corrisponde affatto ai centimetri che il tacco misura. E’ assolutamente Inamissibile che una donna che abbia dei piedi n° 40 a pianta larga, calzi una scarpa n° 38 a pianta stretta e con tacco alto per quanto costose e morbide possano essere, in quanto le dita dei piedi si adatteranno di conseguenza accavallandosi e dando luogo alle cosiddette "Dita a martello e all'alluce valgo"
Infatti tali calzature possono provocare gravi danni al piede, costringendo le dita del piede a rimanere in una posizione innaturale a causa della mancanza di spazio a livello della punta e con notevole iperpressione dell’avampiede e comparsa di callosità. Con l'età, la deformazione si aggrava e, invece di ottenere centimetri in più, si perdono. La scarpa impedisce che i muscoli, i legamenti e i tendini svolgano il proprio lavoro di sorreggere il piede. Nei paesi dove i giovani usano andare scalzi, è da notare che pochi subiscono danni per slogature o fratture. Se portate una cosiddetta buona scarpa di sostegno, quando incontrate una pietra, il naturale meccanismo antiurto non riesce a funzionare. Il piede e la caviglia si piegano improvvisamente da un lato e ne risulta spesso una slogatura o perfino una frattura. Infatti quello che viene compromesso è la sensibilità Superficiale e Profonda del piede (Esterocezioni e Propriocezione). Per quanto riguarda i bambini piccoli, evitate di fare indossare scarpine rigide senza flessibilità, e peggio ancora alte al di sopra dei malleoli, perché ridurrebbe l'importantissima elasticità naturale del tallone e della caviglia. Quando possibile, lasciate camminare il bambino a piedi nudi o al massimo con sandali piatti. A piedi nudi infatti il bambino sviluppa un buon equilibrio e una corretta postura. Le calzature piane danno sollievo a coloro che soffrono di borsiti alluci valghi, calli, gotta, ed unghie incarnite. Per i diabetici e tutti coloro che hanno problemi di circolazione agli arti inferiori, le scarpe senza tacco diventano essenziali poiché in queste persone, la pressione sulle dita, sulle unghie o sulle vesciche, potrebbe condurre ad infezioni o addirittura a gangrena. Adesso passiamo in rassegna brevemente i vari tipi di calzature a tacco alto e non. Le Scarpe con tacco alto superiore ai 6 centimetri spostano il baricentro corporeo in avanti, con maggiore pressione sull’avampiede e sulle dita, ostacolando l’azione di pompage del sangue venoso verso il cuore. Inoltre predispongono a dorso – lombalgie e rappresentano la principale causa di formazione dei calli. I calli rappresentano infatti un meccanismo di difesa che il nostro sistema posturale mette in atto per difendersi: toglierli soltanto non ha senso, in quanto essi si riformeranno; occorrerà rimuovere le cause che ne hanno determinato l’insorgenza, quindi i tacchi in primis. Le scarpe con tacco medio ( tra 4 e 6 centimetri circa ), espongono a rischi minori sicuramente rispetto alle precedenti. Tuttavia se indossate ogni giorno e per tutto il giorno da donne che sono costrette a stare molto in piedi, provocano delle problematiche simili alle precedenti. Le Scarpe a punta, costringono le dita del piede a rimanere in una posizione innaturale a causa della mancanza di spazio a livello dell’avampiede e della punta, ostacolando la normale flessione del piede durante la deambulazione. Infatti deambulando non si riesce ad appoggiarlo del tutto alternando punta e tacco,movimento fondamentale per una corretta circolazione sanguigna. Anche in questo caso si assiste alla formazione di calli, dolore ai talloni, unghie incarnite, deformazione delle dita a martello ( in flessione cioè ). Se proprio non volete rinunciare a questo tipo di calzature, acquistatele con uno spazio di almeno 1 – 2 centimetri tra dita e punta, ed eventualmente chiedere un mezzo numero in più rispetto alla propria misura. In tal modo il piede finirà prima della punta. Le Scarpe con cinturini stretti da allacciare attorno alla caviglia, devono far si che il cinturino abbia solamente una funzione estetica e non di aiutare una scarpa troppo grande a rimanere aderente al meglio al piede!!!. Se così fosse si rischierebbe di stringere molto la fibia attorno alla caviglia comprimendo i vasi superficiali della gamba ed ostacolando il ritorno venoso con ristagno di liquidi, edemi attorno alle caviglie e stanchezza alle gambe con sensazione di gambe tagliate. Provate ad immaginare un tacco alto su tale calzatura? Le conseguenze le conoscete già. Le Scarpe basse (rasoterra) sono sempre da escludere, in quanto costringono l’individuo ad assumere una Postura innaturale, distribuendo il peso su tutta la pianta del piede costringendo il tendile di Achille a mantenersi sempre in tensione. Oltre alla mancata funzione di pompare del piede. Infine abbiamo gli Stivali troppo fascianti. Se il gambale dello stivale è troppo aderente alla scarpa, si ha uno ostacolo alla circolazione. I peggiori sono gli stivali che fasciano molto la gamba, con tacco alto ed a punta. Ci si domanderà allora: quali scarpe è corretto e salutare calzare? Le Scarpe con zeppa medio - bassa è la risposta. Infatti il vantaggio delle scarpe con zeppa è che l’altezza tra avampiede e retropiede viene meglio ripartita, riducendo in toto l’altezza del tacco. Ad esempio, se abbiamo una scarpa con zeppa di 5 centimetri sul retropiede e di 2,5 centimetri sull’avampiede, la differenza di altezza tra i due tacchi è di 2,5 mm quindi l’altezza reale del rialzo è di soli 2,5 centimetri! Infatti la tolleranza di un tacco non deve essere mai superiore ai 5 centimetri, ma soprattutto a zeppa. Se la zeppa è molto alta, corriamo il pericolo di procurarci una storta per eccessiva sollecitazione dei legamenti della caviglia che si verifica quando si appoggia in maniera errata il piede. Quindi il tacco a zeppa da una maggiore stabilità Posturale, in quanto consente la distribuzione corretta dei carichi corporei sui piedi attraverso le scarpe. Certo, la donna che calza la scarpa con tacco alto è bella a vedersi: le aggiunge qualche centimetro in più in altezza, slancia la gamba e la figura rendendone più aggraziata l’andatura, anche se costringe il piede ad una posizione innaturale, in quanto sposta tutto il peso del corpo sugli avampiedi e sulle dita! I tacchi alti od i tacchi a spillo, consiglio di portarli con parsimonia ed in un arco di tempo limitato e comunque non per una giornata intera. Per le donne ostinate aimè , all’uso indiscriminato di siffatti mezzi di tortura, consiglio di eseguire dei semplici esercizi di stretching (allungamento), per una decina di minuti al dì. In posizione eretta, flettete il ginocchio ed afferrate la vostra caviglia, usando la mano destra nel caso della gamba destra e viceversa per la gamba sinistra, mantenendo tale posizione il più al ungo possibile , cercando di stare in equilibrio. Ripetere l’esercizio anche con l’altra gamba. Tale esercizio agisce sui muscoli anteriori della coscia (quadricipite femorale) stirandoli e tonificandoli. Camminare a piedi scalzi sulle punte e sui talloni: tale esercizio consente la tonificazione dei muscoli delle gambe ( polpacci ) e delle cosce. Allora riflettete e.. buone calzature a tutti !!
La pelle rappresenta l'organo di senso più esteso e più pesante del corpo umano. Essa costituisce un elemento fondamentale della esterocezione,un interfaccia che connette il nostro organismo al mondo esterno. Quello che tutti sanno è che la pelle svolge una funzione protettiva tra ambiente esterno ed organismo,che svolge una funzione termoregolativa attraverso la vasodilatazione, la vasocostrizione e mediante la sudorazione attraverso la quale, oltre ad acqua elettroliti, vengono eliminate sostanze tossiche e nocive per il nostro organismo. Infine svolge una importante funzione nervosa recettiva, per la sensibilità cutanea superficiale e profonda, attraverso le numerosi terminazioni nervose sensitive che raccolgono stimoli di varia natura; tattile,termica, dolorifica, pressoria e cenestesica. Ma cos'è una cicatrice patologica? E' una cicatrice che allo sfioramento di chiusura degli schunt artero venosi e dalla increzione di adrenalina da parte delle ghiandole surrenali stimolanti. Le cicatrici patologiche, costituiscono un ostacolo alla Riprogrammazione Esterocettivo (Posturale), Bioenergetico riflesso ( a secondo dei Meridiani di Agopuntura attraversati) ed ormonale (secrezione di Adrenalina) , Esterocettivo, in quanto se la cicatrice è localizzata sul piano frontale, provocherà bascule e rotazioni di spalle ed emibacini; se è localizzata posteriormente, si potranno avere propulsione o retropulsione del corpo; inoltre possiamo avere problematiche diverse, come: malocclusioni dentali, gamba apparentemente corta, certe forme di asma allergico legate ad allergeni sequestrati in tali cicatrici, etc etc..... . Tali disequilibri si spiegano con lo schema di Paillard e delle entrate polisinaptiche attraverso le interferenze segmentarie e soprasegmentarie esercitate sui motoneuroni alfa e gamma.Gli esterocettori cutanei quando vengono stimolati, daranno ordine alla pelle di stirarsi ed al muscolo di contarsi quindi. Bioenergetico riflesso, perchè la cicatrice attraverserà uno o più di questi meridiani,determinando a valle ed a monte di essa, degli eccessi e dei deficit di energia. Infine ormonale, perchè il 70% del flusso sanguigno che dovrebbe passare attraverso gli schunt artero venosi ritorna indietro per la brusca chiusura dei giorni annessi, andando a stimolare i surreni nella produzione di adrenalina. Molto importante sarà la terapia da istituirsi, volta alla neutralizzazione delle cicatrici patologiche. Nell'armamentario terapeutico comprendiamo: Laser ad infrarossi (frequenze A D F di Nogier); infiltrazioni delle cicatrici mediante Mesoflasch, Ossigeno - ozonoterapia, SAT terapia (Sero Omeopatia Antitissutale), il cui scopo è quello di dissociare il tessuto fibrotico, rivitalizzando la cicatrice, ossia consentendo la neoformazione di capillari sanguigni,con scomparsa delle contratture muscolari associate e scomparsa della stessa cicatrice, Quando su una determinata regione anatomica si crea una cicatrice (per una ferita guarita per prima o seconda intenzione), se essa è patologica (ipertrofica ,retratta, cheloide, ipoestesica o iperstesica), ingenererà tutta una serie di meccanismi riflessi che determineranno dei disequilibri posturali a catena, i quali saranno responsabili a loro volta della comparsa di dolori, contratture e rigidità muscolari a vari livelli. Il paziente consulterà il medico e se questi, dopo un' attenta anamnesi ed esame obiettivo posturale non avrà identificato la cicatrice patologica, la sintomatologia algia lamentata dal paziente si potrà migliorare , ma se non elimineremo l'interferenza della cicatrice sulla postura, i dolori ricompariranno a distanza di tempo più o meno lungo,ed ecco perchè è importante riprogrammare la postura in ogni suo minimo dettaglio:la presenza di piercing, indipendentemente dalla loro grandezza e forma, determina delle modificazioni della proiezione del centro di massa, con comparsa di bascule e rotazioni se collocati in determinate regioni anatomiche (lobo dell'orecchio, narice, lingua, tempia, ombelico, capezzoli). Ecco perchè è necessario Riprogrammare la Postura in ogni suo minimo dettaglio,non lasciando niente al caso ma vagliando attentamente singoli pezzi del mosaico che assemblati formeranno la figura finale; l'uomo nella sua unicità e non nella sua segmentarietà! L'uomo è una macchina complessa ad alta tecnologia di cui non è stato fornito alcun libretto di istruzione.